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In una Italia asservita al potere e in cui la spinta civile è ormai del tutto spenta, il Presidente, grazie alle sue frequenti apparizioni televisive, costituisce un governo di "uomini d'onore" e modifica la costituzione, promulgando leggi speciali e dando il via alle prime epurazioni. Ma un manipolo di "rivoluzionari" e "sovversivi", organizzati in un'accanita resistenza, pianifica un attentato che avrà un'inaspettata svolta... Accade spesso che la letteratura sia, suo malgrado, profetica nel delineare scenari che a prima vista sembrano impossibili a realizzarsi. Così, questo romanzo anticipa di venti anni la storia del nostro Paese tracciando una grottesca e tragica metafora dell'Italia contemporanea. "Tra i miei romanzi, Il futuro in punta di piedi è per me un libro molto particolare. Lo scrissi tra il 1989 e il 1993, cercando di immaginare come sarebbe stata un'Italia "parallela" e, di certo, non credendo che si sarebbe affacciato sulla scena un signore di nome Silvio. E così le mie allusioni "alle minime modifiche costituzionali" passarono, con mio stupore e preoccupazione, dalla finzione alla realtà. Non ero e non sono un profeta. Semplicemente, guardavo quello che succedeva in Italia e cercavo di trarne spunti letterari. Poi, sono successe cose che nemmeno la mia immaginazione...".